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Zuckerberg e l’enorme impatto ambientale della ‘Super AI’: data center grandi come Manhattan divorano energia e acqua

Redazione 15 Luglio 2025
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Mark Zuckerberg continua a spingere con decisione sull’acceleratore dell’innovazione tecnologica, in particolare nel campo della superintelligenza artificiale. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, Meta sta investendo miliardi di dollari non solo nell’acquisizione di startup tecnologiche come Scale AI, ma anche nella costruzione di infrastrutture imponenti e all’avanguardia. Tra queste spiccano i nuovi data center che si stanno pianificando e realizzando negli Stati Uniti, strutture che superano per dimensioni molte delle più grandi esistenti oggi.

Meta sta infatti costruendo due enormi data center battezzati con nomi ispirati alla mitologia greca: Prometheus, che richiama il titano che portò il fuoco agli uomini, e Hyperion, uno dei Titani della luce celeste. Questi centri rappresentano un salto quantitativo senza precedenti: Hyperion, in particolare, è progettato per raggiungere un consumo energetico fino a 5 gigawatt, cioè 5.000 megawatt, una potenza decine di volte superiore rispetto ai data center attuali che solitamente consumano centinaia di megawatt.

Zuckerberg stesso ha confermato questi piani in un post su Threads, definendo queste strutture veri e propri colossi tecnologici estesi su superfici paragonabili a gran parte dell’area di Manhattan. L’obiettivo è aumentare radicalmente la capacità computazionale necessaria per addestrare e far evolvere le IA di nuova generazione, quelle cosiddette “superintelligenti”.

Un aspetto curioso e insolito emerso da un’indagine di Semi Analysis riguarda l’uso temporaneo di tendopoli ipertecnologiche come sedi temporanee per ospitare server in Georgia. Questa scelta è dettata dalla rapidità con cui Meta vuole espandere le sue capacità, in linea con il suo celebre motto “muoviti veloce e rompi le cose“. Tuttavia, questa soluzione pone sfide tecniche rilevanti, ad esempio sul raffreddamento degli apparati informatici, fondamentali per mantenere la temperatura ottimale dei computer.

Ma non sono solo le dimensioni e la rapidità di costruzione a destare preoccupazioni: nella contea di Newton, sempre in Georgia, la realizzazione di un data center ha avuto effetti negativi sull’approvvigionamento idrico locale. Numerosi pozzi sono stati danneggiati durante i lavori, provocando non solo scarsità d’acqua ma anche un aumento dei prezzi per i cittadini. L’acqua, infatti, è una risorsa cruciale per i data center perché viene utilizzata per raffreddare i potenti server che altrimenti rischierebbero di surriscaldarsi. Questo crea un delicato equilibrio tra progresso tecnologico e sostenibilità ambientale, che ormai è diventato un tema centrale nelle discussioni sul futuro delle IA.

Non è solo Meta a investire massicciamente in questo settore. Anche Nvidia, leader nella produzione di chip essenziali per il funzionamento delle intelligenze artificiali, sta guadagnando terreno a livello globale. Recentemente, la compagnia ha raggiunto un valore record di 4.000 miliardi di dollari in borsa, un segnale chiaro di come la domanda di tecnologie AI stia crescendo a ritmi vertiginosi.

Con il via libera del governo statunitense, Nvidia ha ottenuto il consenso a vendere i suoi processori H20 alla Cina, importante passo strategico per mantenere relazioni commerciali in uno dei mercati più rilevanti del mondo. Questi chip sono fondamentali per lo sviluppo di IA sofisticate e il loro commercio è soggetto a rigide autorizzazioni governative, data la natura strategica della tecnologia coinvolta.

I dati sui consumi energetici dei nuovi data center pongono l’accento su una realtà fondamentale: la crescita esponenziale delle capacità computazionali richiede una disponibilità di energia sempre maggiore, che deve però essere gestita in modo sostenibile per evitare impatti ambientali troppo pesanti. Meta e altre aziende tecnologiche dovranno quindi affrontare la sfida di bilanciare la corsa all’innovazione con un uso responsabile delle risorse naturali.

 

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