
Recentemente, il panorama delle app di intelligenza artificiale ha subito una scossa significativa con la scomparsa di DeepSeek dagli store italiani. Questa applicazione, che era diventata un fenomeno globale, è ora al centro di un acceso dibattito che coinvolge autorità e concorrenti. Disponibile sia sull’App Store per iPhone che sul Play Store di Google, DeepSeek era l’app gratuita più scaricata in Italia prima della sua rimozione, avvenuta senza apparente motivazione.
L’ipotesi prevalente sulla rimozione dell’app è che si tratti di un’azione cautelativa da parte dell’azienda cinese dopo che il Garante per la protezione dei dati personali ha avanzato richieste di chiarimenti. Il Garante aveva infatti inviato una richiesta di informazioni a due compagnie, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, per chiarire la gestione dei dati personali raccolti dagli utenti. Le domande riguardano le finalità del trattamento e la conservazione dei dati, temi critici in questo tipo di servizi.
Il Garante della Privacy e le sue preoccupazioni
Il Garante ha espresso preoccupazioni relative all’eventuale alto rischio che DeepSeek potrebbe comportare per i dati di milioni di italiani. Tra le domande poste c’è quella sulla modalità di raccolta dei dati, in particolare se questi siano stati acquisiti tramite web scraping, una pratica che implica la raccolta massiva di dati dal web. Le risposte dovranno essere fornite entro 20 giorni dalla richiesta.
Questa non è la prima volta che un’app di intelligenza artificiale si trova a fronteggiare interrogativi simili in Italia. Nel marzo 2023, il Garante aveva avviato un’istruttoria su ChatGPT, che aveva portato a uno stop temporaneo della piattaforma nel nostro Paese. Attualmente, DeepSeek resta accessibile attraverso il web, sebbene gli utenti segnalino difficoltà di accesso e messaggi di errore a causa del sovraccarico dei server.
Le tensioni internazionali e le accuse di violazione della proprietà intellettuale
Negli Stati Uniti, la situazione è altrettanto tesa. Funzionari dell’amministrazione Trump e esperti di sicurezza informatica hanno alzato il campanello d’allarme riguardo ai potenziali rischi per la sicurezza nazionale del Paese. La Marina Militare americana ha già proibito l’uso di DeepSeek tra i suoi membri. A rendere la questione ancora più complessa, OpenAI ha accusato DeepSeek di aver rubato proprietà intellettuale attraverso una pratica nota come distillazione.
Questa tecnica consente agli sviluppatori di migliorare le prestazioni di modelli più piccoli utilizzando i risultati di modelli più grandi. OpenAI ha dichiarato di aver trovato prove di questa pratica, sospettando che DeepSeek abbia costruito un proprio modello concorrente violando i termini di servizio di OpenAI. Le condizioni stabiliscono chiaramente che non è consentito copiare i servizi o utilizzare l’output per creare modelli in concorrenza.
Reazioni e sviluppi in arrivo
David Sacks, un noto investitore tecnologico, ha confermato le accuse di distillazione durante un’intervista a Fox News, affermando che DeepSeek ha sfruttato la conoscenza dei modelli di OpenAI per sviluppare il proprio sistema. Anche la Casa Bianca sta esaminando le implicazioni per la sicurezza nazionale riguardanti l’app cinese.
Nel frattempo, in Cina, Alibaba ha annunciato il rilascio di una nuova versione del suo modello di intelligenza artificiale, chiamato Qwen 2.5, dichiarando che supera le prestazioni di DeepSeek-V3. Secondo Alibaba, Qwen 2.5 è stato progettato per competere con altri modelli di intelligenza artificiale, posizionandosi come una soluzione superiore e facendo notare che si tratta di un momento cruciale per il mercato dell’IA.
DeepSeek continua a innovare
Nonostante le controversie, DeepSeek non si ferma e ha recentemente lanciato un nuovo modello di generazione di immagini chiamato Janus-Pro-7B. Questo modello open-source mira a combinare capacità testuali e visive, utilizzando un’architettura autoregressiva per migliorare l’efficienza nella comprensione e generazione di contenuti. Con 7 miliardi di parametri, Janus-Pro-7B è già in grado di superare alcuni benchmark rispetto ai modelli più noti nel settore.
Il potenziale di Janus include la possibilità di generare immagini realistiche e comprendere diversi input, rendendolo un attore promettente nel campo delle intelligenze artificiali multimodali. Tuttavia, come per DeepSeek, ci si aspetta che la competizione si intensifichi nei prossimi mesi con l’arrivo di versioni più avanzate di altre AI.